Un po’ di chiarezza!
Psicologo, Psicoterapeuta, Psichiatra…che differenza c’è?
a cura della Dott.ssa Elisa Varotti | Psicologa Psicoterapeuta | 23 maggio 2020
Ecco qua una piccola guida di riferimento che spiega alcune delle diverse professionalità che ruotano attorno al mondo psi; figure che spesso lavorano insieme in équipe multidisciplinari ma che nell’immaginario collettivo frequentemente godono di confusione.
Ritengo importante fare informazione, promuovere una cultura psicologica che parta anche dall’offrire informazioni utili per tutte le persone che cercano un professionista ma non hanno ben chiaro a chi rivolgersi.
Nel mare dell’offerta specialistica, scegliere un esperto a cui affidarsi non è affatto semplice.
Ecco allora una piccola mappa che intende orientare chi è alla ricerca di un esperto capace di rispondere al vostro bisogno. E non dimenticatevi mai di esercitare, senza timore, il vostro diritto di chiedere il tipo di formazione conseguita all’operatore a cui vi rivolgete.
Lo psicologo è un professionista che dopo aver conseguito la laurea magistrale in psicologia (3+2) e un tirocinio della durata di un anno sotto la supervisione di un tutor iscritto all’albo, accede all’esame di stato, il cui superamento ne decreta il titolo. Con l’acquisizione del titolo, lo psicologo può iscriversi all’albo degli psicologi del proprio ordine regionale e dare avvio così alla professione; può esercitare la professione di psicologo e definirsi tale solo chi è iscritto all’Ordine degli Psicologi.
La legge 56/89 afferma che la professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito. Lo psicologo, nella propria attività professionale è tenuto al rispetto del codice deontologico degli psicologi italiani, una raccolta di norme di comportamento necessarie alla buona pratica professionale. Lo psicologo non può condurre psicoterapie (a meno che non sia anche specializzato in Psicoterapia) e non può prescrivere psicofarmaci.
Lo psicoterapeuta è uno psicologo o un medico che consegue una formazione in psicoterapia almeno quadriennale, presso un ente riconosciuto dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).
La psicoterapia è una pratica, dunque, riservata agli psicoterapeuti, ossia agli psicologi o ai medici che hanno maturato una formazione professionale di almeno quattro anni presso un istituto di specializzazione in psicoterapia riconosciuto dallo Stato.
Le scuole di specializzazione che permettono il conseguimento del titolo di psicoterapeuta sono numerose e molto diverse fra loro. La differenza sta nel quadro teorico – pratico di riferimento di ciascun istituto che dà vita ad una cornice epistemologica unica nel panorama delle scuole di psicoterapia. Approcci psicoterapeutici sono ad esempio quello sistemico, cognitivo, cognitivo -comportamentale, neuropsicologico, costruttivista, psicodinamico, psicoanalitico, bioenergetico. Ogni scuola si definisce attorno ad un approccio, o ad un insieme di approcci, combinando teorie e tecniche in modi alternativi e fornisce allo psicoterapeuta in formazione strumenti più raffinati e complessi rispetto alla psicologia, attraverso i quali leggere, comprendere e narrare il disagio e la sofferenza degli individui.
Lo psichiatra è un professionista che dopo aver ottenuto la laurea in medicina e chirurgia e superato l’esame di stato, consegue la specializzazione in psichiatria.
La psichiatria è una branca specialistica della medicina che è orientata allo studio e alla cura della sofferenza psichica attraverso modalità e strumenti caratteristici della professione medica, pertanto il trattamento d’elezione è di tipo farmacologico.
Lo psichiatra è, dunque un medico specializzato in psichiatria e, a differenza dello psicologo, può prescrivere farmaci.
Il neuropsichiatra infantile è un laureato in medicina e chirurgia, che dopo il superamento dell’esame di stato consegue la specializzazione in neuropsichiatria infantile.
La neuropsichiatria infantile è una branca specialistica della medicina che si occupa dello sviluppo neuropsichico e dei suoi disturbi, neurologici e psichici, nell’età compresa fra zero e diciotto anni.
Il neurologo è un professionista che dopo aver ottenuto la laurea in medicina e chirurgia e superato l’esame di stato, consegue la specializzazione in neurologia. Si occupa di prevenzione, diagnosi e cura delle malattie del Sistema Nervoso Centrale e Periferico come ad esempio traumi, ictus, tumori, sclerosi multipla, epilessia, malattie ereditarie e congenite, malattie neurodegenerative, neuropatie periferiche, malattie muscolari, decadimenti cognitivi.
Il logopedista è la figura professionale sanitaria che si occupa dei disturbi del linguaggio e della comunicazione: lavorano con bambini che hanno disturbi del linguaggio, con persone che non riescono a parlare o parlano con difficoltà, pazienti che hanno perso la capacità del linguaggio a causa di ictus, traumi, interventi chirurgici, patologie neuropsicologiche, persone che hanno problemi nella masticazione e nella deglutizione. I logopedisti trattano pazienti di ogni età: bambini, adolescenti, adulti e anziani.
Per diventare logopedisti occorre conseguire la laurea triennale in logopedia; il conseguimento della laurea vale anche come abilitazione per l’esercizio della professione.
Il pedagogista è un professionista che consegue una laurea magistrale in pedagogia. La pedagogia si occupa di educazione e formazione e il pedagogista è uno specialista dei processi formativi in grado di pianificare interventi educativi capaci di rispondere ai bisogni dell’utenza lungo l’intero arco di vita dell’individuo con lo scopo di migliorare la qualità del suo funzionamento attraverso la promozione del benessere e dell’autonomia.
L’educatore professionale è un operatore che realizza processi formativi secondo un’ottica personalizzata sostenendo il benessere e facendo fronte a situazioni di eventuale disagio, promuovendo autonomia e responsabilità personale.